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Una giornata di violenza
Di Pippo Nostro, Sabato 29 Ottobre 2011 -
Commenti (1)Una giornata di violenza, di guerriglia, di devastazione. Una giornata di odio e disprezzo per ogni cosa che identificava “l’altro”. Non importa chi, chiunque non rientrava nella sfera dell’ “io” e del “mio”. Una giornata di brutalità, ostilità e rancore verso il proprio esistere che si ritiene responsabile del proprio essere. Frutto di una strategia che inietta odio e veleni e deforma la realtà nelle persone che si nutrono di questa informazione. Un gruppo di terroristi criminali senza altro riferimento se non la distruzione, ha trasformato una manifestazione che doveva rappresentare un monito contro il potere della finanza e delle banche, in una giornata di terrore. Violenza che bisogna condannare senza “se” e senza “ma” e dalla quale deve prendere le distanze ogni fazione politica. INDIGNIAMOCI tutti per questa violenza gratuita alimentata e mantenuta da chi non ha dignità di persona umana.
Ora alla politica ed alla magistratura il compito di ristabilire le priorità nello Stato di diritto.
Ma la giornata dell’indignazione è stata soprattutto, nel resto del mondo, l’occasione per manifestare la volontà di quel “99%” di non voler più tollerare un sistema ed un ordine finanziario come regolatore della nostra esistenza. Prende vita nel mondo un movimento di pensiero che cerca una rottura col capitalismo sfrenato e senza regole per sostituirlo con un sistema che metta a fuoco una sola centralità: “il rispetto per la vita”. Curiosando però tra i cartelli che apparivano nel corteo sembra che da queste parti non sia stato colto questo messaggio, si manifestava per qualcos’altro. C’erano cartelli di protesta dei “no tav”, “no ponte”, terremotati dell’Aquila, no al nucleare, tira una scarpa a Berlusconi, e così via. Altrove si guarda seriamente al pericoloso avvitamento di una crisi mondiale originata da una fantasiosa e facilona finanza, qui nel “paese delle meraviglie” si crede che basta cambiare il manovratore affinchè dal giorno dopo si ricominci a scialacquare. Fosse così semplice ci sarebbe già la fila davanti al seggio elettorale.
Benvenuto quindi questo movimento, nella parte sana, che ammonisce ed esorta chi ha la responsabilità della crisi di mercato, a trovare la via d’uscita. Magari rinunciando ad una parte di profitto per ridistribuire reddito a chi ne è stato defraudato, a quel “99%” che costituisce la società dei consumi. Non solo, ma restituendo la dignità di “persona” a quel “99%” che nell’anonimato assoluto costruisce giorno dopo giorno un mondo più vivibile.
Attenzione però a non scivolare nella banalità e nella semplificazione caricando il movimento di falsi diritti, quali l’illusione di avere senza produrre e senza merito, un vecchio ammaliante copione che non porta da nessuna parte e che ripropone lo scenario che oggi stiamo vivendo.
Fonte foto:
ScriviSono d'accordo come penso quasi tutti nel condannare le violenze e sono d'accordo nel rammarico che non sia stato posto in evidenza il vero problema che trascina tutti gli altri: il capitalismo incontrollabile.
Una scarpa comunque a Berlusconi gliela tirerei lo stesso per il qualunquismo, la superficialita', l'ignoranza che è riuscito ad inculcare a due generazioni di italiani.
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